Buongiorno e ben ritrovati.

In una bellissima serie televisiva inglese di qualche anno fa, dal titolo “The Hustle”, si spiegava come sia pressochè “impossibile truffare una persona onesta”. Questo perché la vittima della truffa crede di poter ottenere un guadagno da un qualsiasi modo che sia al limite della legalità.
Il truffatore così “gli fa credere di ottenere qualcosa in cambio di niente e invece gli dà niente in cambio di qualcosa”.

Se vogliamo approfondire il discorso cominciato qualche tempo fa (Algobussola n. 8 del 07/05/2021) potrebbe essere molto utile leggere l’articolo sugli “Schemi Ponzi” pubblicato questa settimana su We Wealth.

Dopo averlo letto attentamente potrete notare che esattamente come negli investimenti, la cosa in comune di questi progetti NON È LA TRUFFA, ma bensì l’avidità di chi si lascia coinvolgere visto che l’offerta scompare immediatamente, non appena termina la domanda.

A proposito di truffe, in molti continuano a domandarci se il Bitcoin (BTC) sia da considerarsi la più grande truffa della storia moderna oppure no.

Premesso che avevamo già cominciato a parlarne qualche tempo fa, (potete leggervi ciò che scrivevamo nelle edizioni precedenti dell’Algobussola n°6-7 che trovate QUI), questa settimana, ha circolato parecchio un’infografica che è stata pubblicizzata da un famoso influencer in cui si leggeva questo:

Siccome sono capace a contare e quando leggo dei numeri NON MI FIDO MAI DI NESSUNO, sono andato dal mio fidatissimo fornitore di dati (a tal proposito mai mi stuferò di ripetere quanto sia importante l’affidabilità del dato di partenza per ogni analisi e, pertanto colgo l’occasione di ringraziare ufficialmente PROREALTIME che mette gratuitamente a disposizione di chiunque voglia imparare ad utilizzarla una piattaforma a dir poco eccezionale) ed ho verificato di persona sul grafico mensile che vedete qui sotto i prezzi di apertura del primo giorno di ogni anno (nonostante il BTC non sia uno strumento regolamentato, ma faccia da sottostante a futures ed ETF) e quelli di chiusura all’ultimo giorno di ogni anno.

Questi i numeri che ne sono usciti:

A parte il 2018 in cui il creatore del file pubblicato da Marco Montemagno riportava un +74%, anche in questo caso, proprio come negli esempi fatti le settimane scorse per le FAANGM, parliamo di percentuali ottenute senza alcun utilizzo di nessun genere di leva finanziaria!

Poi è ovvio che, come recitano le diciture “MIFID COMPLIANT”:
“I rendimenti passati non sono garanzia di uguali rendimenti in futuro”, ma fino a prova contraria i rendimenti, come anche la volatilità, sono decisamente indicativi delle caratteristiche dello strumento finanziario a cui si riferiscono… Sempre se uno vuole utilizzare la statistica finanziaria oltre ai dati da considerare per prevedere un potenziale gain quali ad esempio innanzitutto la cosiddetta “mass adoption” che si traduce in:

Quanti sono i nuovi user che entrano nel network attraverso nuovi players,

– Quanti progetti bancari facilitano l’accesso al Bitcoin (come ad esempio Revolut, oppure Hype di Banca Sella)

– Quante nazioni si spostano dallo standard USD entrando nel nuovo standard BTC (recentement El Salvador ma altri Stati stanno valutando seriamente l’opportunità)

– Quanti progetti basati sulla technologia blockchain entrano nella vita quotidiana (esempi famosi nel settore sportivo possono essere Socios o Chiliz)

Che piaccia o no, in definitiva, come in qualunque mercato della storia, se il numero degli stakeholders che si collegheranno alla filosofia della decentralizzazione aumenta ed aumenterà, l’offerta diminuirà, o per via di un po’ di entrambe le cose, il valore del BTC non potrà che essere destinato a continuare ad aumentare.

Quanto? Parecchio. Quando? Nessuno lo sa…

Proprio per questi motivi, per chi non è disponibile ad accettare i contraccolpi delle “montagne russe” che ne derivano, (facilmente verificabili sul grafico trimestrale sottoindicato),

accumulare le debolezze e vendere i massimi dei picchi di volatilità dello strumento, esattamente come fanno i nostri algoritmi, potrebbe essere una strategia in grado di offrire anche per il futuro rendimenti a dir poco “straordinari” rispetto ai sottostanti tradizionali.

Di questo se ne sono accorte anche le principali banche d’affari mondiali che fino a pochissimi giorni fa utilizzavano i board members per continuare a sparare ad alzo zero nei confronti delle criptovalute, visto che quando un sottostante consente simili guadagni derivanti dalla volatilità in meno di 12 mesi senza utilizzare alcun effetto leva e che sin dalla sua nascita (2009), ha il valore più basso di molto inferiore al valore più basso del valore più basso dell’anno successivo, NON POTRA’ in futuro essere escluso da nessun genere di gestione patrimoniale che si possa dire veramente efficiente.

Certo di avervi fornito qualche spunto su cui meditare, in attesa del prossimo numero, come al solito vi auguro oltre che buon weekend anche buone, anzi ottime riflessioni.

Carlo Zanghi
Presidente Ufficio Studi Assodir
800-587.912


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