“Il denaro c’è ma non si vede: qualcuno vince, qualcuno perde. Il denaro di per sé non si crea né si distrugge. Semplicemente si trasferisce da una intuizione ad un’altra, magicamente.”
(Cit. di Gordon Gekko dal film Wall Street).

Questa puntata è dedicata ad una bella discussione avuta con un promotore finanziario in settimana su di un social network. Dal momento che la tematica è interessante e complessa allo stesso tempo e lo spazio sui social è quello che è ho deciso di rispondere con un articolo apposito al fine di mettere in luce tutto quel che normalmente non si riesce a scrivere evitando misunderstanding per via della brevità dei messaggi sui social.
Vi chiedo anticipatamente scusa per la lunghezza, ma se si vuole tentare di sviscerare fino in fondo la complessità del tema ed il vero problema, è un prezzo da pagare.

La tematica non è altro che l’ennesima goccia nel mare dell’eterna lotta fra fondi comuni ed i fondi passivi con cui l’industria del risparmio gestito si trova sempre piu’ a dover fare i conti visto che pian piano gli sta erodendo quote di mercato.

Nella discussione emersa, il promotore in questione sosteneva che: “Per il medio/lungo termine un ottimo fondo è molto meglio di un etf.”

Al di là del fatto che gli ho risposto semplicemente che, “la qualità si può verificare sempre e soltanto a posteriori e che sul lungo termine l’unica cosa che conti siano i costi pagati dal cliente visto che il gestore puo’ smettere di fare performance migliori dell’indice in qualsivoglia momento senza preavviso”, ci tengo a sottolineare che se intavolate una discussione con pressochè qualunque promotore assoldato negli esercito della finanza mainstream si va sempre a finire lì: i fondi attivi (secondo loro) battono (sempre secondo loro) i fondi passivi (o ETF che dir si voglia)… Alla fine di questo articolo capirete il perchè siano stati “educati” così dalle mandanti.

A comprova vi tirano fuori dalla borsa una bella slide tratta da una delle loro società prodotto con una bella classifica di Morningstar, in cui vi mettono a confronto uno dei migliori fondi a 5 Stelle con l’indice di riferimento e tentano di vendervi la bontà del gestore X rispetto a quella degli altri…

E’ il loro lavoro… E’ normale direte voi.

In questo articolo vedremo di andare a capire:

1) perchè non è assolutamente normale
2) come evitare di cadere nella trappola di una simile trattativa

Cominciamo dal dimostrare perchè, senza tanti giri di parole, perchè non è assolutamente normale ciò di cui vi stanno parlando.
Molto semplicemente perchè la tesi in questione è palesemente falsa…
Ed il primo motivo per cui è falsa è altrettanto semplice: perchè come vi ho già scritto in un articolo tempo addietro, è facile battere i benchmark creati a proprio uso e consumo dall’industria dei fondi! E adesso, aprite bene le orecchie perchè vi spiegherò la strategia che viene utilizzata: massima attenzione e procediamo…

Com’è ovvio che la maggioranza sia peggiore del benchmark, è altrettanto ovvio che una piccola minoranza dei fondi batta il benchmark creato dalle case madri, il punto da capire e mettersi in testa una volta per tutte è che, purtroppo per chi gli ha dato retta, non lo fanno con regolarità.

Se non ci credete non avete che da farvi un giro su Morningstar e verificare con i vostri occhi se gli stessi fondi che compaiono nella categoria 5 Stelle a 3 anni sono i medesimi che compaiono nella categoria a 5 – 10 – 20 anni.
Noterete, con vivo rammarico, che spesso e volentieri, i migliori di oggi, 20 anni fa neppure esistevano senza contare che tutti quelli che non hanno battuto il benchmark, al fine di evitare brutte figure, sono stati chiusi, raggruppati oppure gli è stato cambiato nome e specifiche in maniera tale che rimangano presenti sul mercato soltanto “i vincitori”!

Geniale o no?

Proviamo ad approfondire: io Banca o Sgr creo un fondo (o una sicav), mi spolpo ben bene il cliente a colpi di commissioni a dir poco elevatissime ed a questo punto ho 2 possibilità di scenario: se mi va bene, faccio credere a tutti nelle classifiche di Morningstar che il mio gestore possieda “la bacchetta magica”, se invece dovesse andarmi male o il gestore si comportasse peggio del benchmark gli cambio l’abito… O alla peggio sostituisco il gestore…
Tanto chi volete che si ricordi delle performance dei miei fondi o della mia sicav a distanza di 5, 10 o 20 anni?

Ovviamente i migliori rimangono in classifica (e fanno track record positivo per la casa di gestione), peccato che così facendo non ci si renda conto che, in termini statistici i dati che ne derivino siano completamente sballati per via del cosiddetto “survivorship bias” (o bias di sopravvivenza)!

Che cos’è vi starete chiedendo?

Statisticamente, nient’altro che uno dei tanti sistemi per ingannare la mente umana!

Perchè?

Ma “soltanto” perchè un bias non è nient’altro che un pregiudizio.
Un banalissimo pregiudizio dettato dall’errore logico che chiunque commette allorquando, per valutare una situazione, si prendano in considerazione “soltanto gli elementi sopravvissuti” o che hanno superato un determinato processo di selezione, trascurando tutti quelli che non ce l’hanno fatta. Tipicamente ciò avviene poiché i primi sono fisicamente disponibili/visibili mentre i secondi non lo sono.
Questo, come tanti altri bias cognitivi, portano a conclusioni statisticamente non veritiere: infatti, si tratta di un sottocaso della più generale fallacia statistica nota come “selection bias”…
Se volete un assaggio di approfondimento su questa tematica a dir poco interessantissima non avete che da cliccare QUI.

Ci tengo a sottolineare che non sono minimamente interessato a demolire la credibilità di un ottimo gestore, visto che negli anni addietro ce ne sono stati di famosissimi come George Soros, Ray Dalio o qui da noi in Italia Angelo Abbondio, ma, c’è “un ma” grosso come una casa: come potete verificare in questo articolo apparso il 16 di Gennaio 2021 su Bloomberg, dedicato ad un altro mito vivente del calibro di James Simons, che, dal momento che non tutti conoscono l’inglese ho deciso di tradurvi:

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TITOLO: Jim Simons ha dimostrato che i libri di testo erano sbagliati – Quasi

SOTTOTITOLO: Il geniale professore di matematica che gestiva Renaissance Technologies ha capito come battere il mercato in modo affidabile, ma le regole si applicano ancora a tutti gli altri.

AUTORE: Noah Smith
NOTE SULL’AUTORE: Noah Smith è un editorialista di Bloomberg Opinion. È stato assistente professore di finanza alla Stony Brook University e scrive su Noahpinion.

TRADUZIONE:
James Simons, direttore della Renaissance Technologies Corp. non un semplice mortale.
Jim Simons si è dimesso dalla carica di presidente di Renaissance Technologies LLC, comunemente considerato l’ hedge fund quantistico di maggior successo nella storia. Questo segna la fine di un’era nella finanza. Durante la storica carriera di Simons, Renaissance ha dimostrato che i libri di testo di finanza – che affermano che il mercato non può essere battuto costantemente – erano sbagliati. Ma i limiti del successo di Renaissance dimostrano che nemmeno i libri di testo sono completamente pazzi.

Il nucleo della teoria finanziaria di base è l’ipotesi dei mercati efficienti. Questo dice che l’unico modo per ottenere rendimenti costantemente più elevati nel mercato azionario è accettare un rischio più elevato.

Il ragionamento è che poiché i mercati finanziari coinvolgono così tanti partecipanti qualificati che cercano tutti di capire il giusto prezzo per le attività, nessun trader sarà in grado di mantenere un vantaggio informativo per molto tempo – se si sceglie una strategia vincente, non lo sarà molto prima che qualcun altro lo capisca e lo copi, e il tuo vantaggio sia messo a rischio.

Se mai ci fosse stato qualcuno in grado di dimostrare quella teoria speciosa, quello era Simons . Un matematico di livello mondiale, Simons ha lasciato il suo lavoro di insegnante nel dipartimento di matematica della Stony Brook University all’età di 40 anni per intraprendere una carriera nel campo degli investimenti. Assunse i matematici e gli scienziati più elitari che il denaro potesse comprare, da tutto il mondo. Poi li ha sistemati nel campus segreto del Renaissance a Long Island, in modo che gli squali di New York City avessero meno probabilità di fiutare le loro strategie. Il Renaissance era gestito in modo esperto, con un’atmosfera aperta e a ruota libera più simile a un dipartimento universitario che a un’azienda. Le strategie di trading sono state spiegate, discusse, dibattute e implementate solo dopo essere state testate senza pietà.
Quella combinazione di elenco del personale e cultura manageriale era semplicemente più intelligente del mercato. Dal 1988 al 2018, l’ammiraglia “Medallion Fund” di Renaissance ha registrato un rendimento medio annuo di circa il 40% al netto delle commissioni , quasi senza anni di perdite di denaro; prima delle commissioni, i suoi rendimenti erano ancora più strabilianti. Sebbene le strategie di trading di Medallion alla fine vengano scoperte dal mercato, costringendo l’azienda a trovare e sfruttare nuove inefficienze, la loro redditività tende a durare per decenni anziché per semplici mesi. Questa costante sovraperformance ha fatto guadagnare a Simons una fortuna stimata di $ 22,9 miliardi, secondo il Bloomberg Billionaires Index.
Ma le modalità del successo di Renaissance mostrano anche perché è così unico ed eccezionale e perché battere il mercato è così incredibilmente difficile. Prima di tutto, i rendimenti del Fondo Medallion non si aggravano molto. In genere, pensiamo che i rendimenti finanziari aumentino in modo esponenziale nel tempo. Se investi 1.000 Dollari nell’indice S&P 500 e cresce a un tasso annualizzato del 10% in 40 anni, ti ritroverai con circa $ 45.000. Ma i rendimenti del 40% di Medallion non possono funzionare così. Il fondo gestisce attualmente circa 10 miliardi di dollari. A un tasso di rendimento annuo del 40% in 20 anni, 10 miliardi di dollari si trasformerebbero in 8,4 trilioni di dollari, più del doppio dell’importo attualmente gestito da tutti gli hedge fund del pianeta.
Ovviamente questo non accade.
Il Medallion Fund distribuisce regolarmente gli utili in modo che l’importo totale del denaro nel fondo rimanga a pochi miliardi di dollari. Agli investitori non è permesso tenere tutti i loro soldi in Medallion anno dopo anno fino a quando non va sulla luna; invece, possono solo trattenerne una parte, guadagnando denaro in modo costante ma non esponenziale.
Indubbiamente, il motivo per cui Medallion rimane relativamente piccolo è che le sue strategie non si espandono. Le inefficienze del mercato che consentono a matematici brillanti di fare soldi costanti non sono infinite; scommetti abbastanza soldi su queste strategie e smettono di realizzare enormi profitti, poiché i prezzi si spostano verso un allineamento più efficiente.
Questo è il motivo per cui Renaissance non consente agli investitori di tenere tutti i loro soldi in Medallion e non richiede più denaro a nuovi investitori esterni: più denaro ridurrebbe i rendimenti. e sono disponibili per investitori esterni.
Ma questi fondi più capienti mancano necessariamente della “salsa speciale” di Medallion. Durante l’anno sottosopra del 2020, quando il Covid-19 ha ribaltato i mercati finanziari, secondo quanto riferito, Medallion ha ottenuto un rendimento del 76%… Ma tre dei maggiori fondi di Renaissance hanno perso molti soldi nel 2020. Non è un colpo contro Renaissance; a volte i fondi perdono denaro e il 2020 è stato un anno molto insolito. Ma mostra come il tipo di quasi invincibilità di cui gode il magico fondo Medallion non sia il tipo di cosa a cui la maggior parte degli investitori può avere accesso. In altre parole, dimostrando che è possibile battere costantemente il mercato, Jim Simons e la sua allegra banda di maghi della matematica mostrano anche quanto sia incredibilmente difficile farlo. Renaissance ha fatto un sacco di soldi, ma non ha sconvolto il mondo della finanza. Per i comuni mortali – che include la stragrande maggioranza degli hedge fund – il record di Simons rimarrà per sempre fuori portata.
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Comincia a diradarsi la nebbiolina del gestore meraviglioso di cui vi parla continuamente il vostro promotore o direttore di filiale sui fondi comuni della casa o sulle sicav di terzi, magari contenute all’interno di una unit o di una index linked?

Ovviamente il consiglio mio e del nostro Ufficio Studi è di diffidare di tutti quei “consulenti” che vi propongono bacchette magiche e gestori fantastici per l’ottimizzazione del vostro portafoglio, visto che questi “grandissimi gestori” hanno il vizio di farsi pagare belli cari…

E vi do’ un’ulteriore notizia che potrebbe lasciarvi basiti:

la maggioranza dei risparmiatori italiani ha in portafoglio fondi che costano il 2-3% annuo che sistematicamente vengono battuti dal mercato di riferimento, ma, sul Sole24ore tempo fa è apparso un articolo in cui sono stati scovati fondi comuni con commissioni di gestione del 5% annue!!!

Con commissioni del genere, non è facile, è facilissimo dimostrare che siamo in un settore che, a colpi di commissioni è in grado di distruggere quanto di buono puo’ fare qualsiasi gestore, anche il migliore!

Non credete alle mie parole? Benissimo, spero almeno che crediate a quelle del
piu’ grande investitore e 6° uomo piu’ ricco al Mondo (Warren Buffett), che, qualche anno fa ha effettuato una scommessa da 1 Milione di Dollari contro un gestore di fondi d’investimento più importanti al Mondo: la scommessa consisteva nel prevedere che l’indice S&P 500 avrebbe avuto una performance migliore di un paniere di hedge fund nei dieci anni successivi.
E’ stata ratificata nel 2007 ed è terminata a fine 2017.

Com’è andata a finire?
Avete mai provato a chiederlo alla vostra banca od al vostro promotore?
Ok, ve lo dico io…

Queste le sue parole in quell’occasione:
“When a person with money meets a person with experience, the one with experience ends up with money and the one with money leaves with experience.”

A titolo puramente informativo, Warren Buffett, qualche mese fa ha nominato il suo successore (visto che ormai ha 90 anni) ed ha dichiarato nel suo testamento che la moglie e gli eredi, alla sua morte, dovranno investire l’immensa fortuna (accumulata gestendo attivamente) nel trust dedicato, esclusivamente in un’asset allocation costruita attivamente con fondi passivi!

(N.D.R.: fra l’altro, ci tengo a farvi notare che, come vi ho accennato nella puntata precedente, i veri ricchi non pagano tasse di successione visto che il patrimonio non è intestato ad una persona fisica ma ad un trust od una fondazione)…

Ma torniamo a noi e leggiamoci dalle sue vive parole il testo della risposta:

“My advice to the trustee couldn’t be more simple: Put 10% of the cash in short-term government bonds and 90% in a very low-cost S&P 500 index fund. (I suggest Vanguard’s.)
I believe the trust’s long-term results from this policy will be superior to those attained by most investors — whether pension funds, institutions or individuals — who employ high-fee managers.”


Spero abbiate notato nel finale il perchè!

Ovviamente il fatto che lui consigli di investire il 90% del patrimonio in un ETF non significa che vada bene per tutti visto che la sua famiglia, con un patrimonio personale di oltre 100 miliardi di Dollari può permettersi una volatilità decisamente superiore pressochè a chiunque al Mondo, ma il concetto di base direi che è piu’ che chiaro!

Quindi a questo punto, torniamo a noi e proviamo a tirare le somme tornando alla realtà…

Riepilogando:

la realtà ci dice che l’ 80% dei fondi attivi è battuta sul medesimo benchmark dai relativi ETF.
La realtà ci dice che mediamente i fondi tradizionali costano dall’ 1 al 3% annuo in più degli ETF e questo significa penalizzare le performance del 20-35% in un periodo decennale. Dopo 20 anni la penalizzazione arriva tranquillamente ad 1/3 e, dopo 40 anni al 45% di quanto si sarebbe incassato senza costi.


Non male come distruzione di valore!

Ricordiamoci quindi che non basta pazientare per investire profittevolmente, perchè se da una parte è vero che il denaro passa dalle tasche degli impazienti a quelle dei pazienti, dall’altra è anche verissimo che se i costi di ogni investimento non sono piu’ che proporzionati, anche il gestore migliore non riuscirà mai a far meglio dell’indice.

Provate a farvi i conti sul vostro portafoglio con questo fantastico calcolatore e rendetevi conto di quanto denaro state letteralmente “regalando ai vostri intermediari” con i fondi, i fondi di fondi, le sicav e le gestioni patrimoniali che vi hanno venduto…

E provate a chiedervi una cosa: come mai i vostri intermediari non vi hanno mai proposto un ETF che vi sarebbe costato tra lo 0,05 e lo 0,5% annuo ma sempre e soltanto fondi, gestioni, fondi di fondi, sicav, unit linked (che al confronto possono arrivare a costare fino a 30 volte tanto)?

Certo di avervi fornito qualche spunto su cui meditare, in attesa del prossimo numero, come al solito vi auguro oltre che buon weekend anche buone, anzi ottime riflessioni.

Carlo Zanghi
Presidente Ufficio Studi Assodir
800-587.912

Disclaimer
Questo articolo contiene solo informazioni generali. Nella misura in cui qualsiasi informazione contenuta in questo articolo sia un consiglio finanziario o di investimento, è un consiglio generale e rivolto ad un pubblico indistinto visto che non tiene conto della particolare situazione finanziaria, degli obiettivi o delle esigenze dei singoli investitori. Gli investitori dovrebbero valutare se la consulenza è appropriata alla luce delle loro particolari circostanze finanziarie prima di investire e, se necessario, richiedere una consulenza professionale. Tutte le opinioni espresse in questo blog sono espresse a nome dell’Ufficio Studi Assodir – Associazione A.D.I.R. per i lettori della nostra rubrica “ALGOBUSSOLA DELL’INVESTITORE”©

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