Buongiorno e ben ritrovati!
Nella puntata precedente” vi avevo promesso che vi avrei insegnato il sistema piu’ rapido per andarvene in pensione in qualsivoglia momento della vita.

Purtroppo pero’, secondo questo articolo comparso sul quotidiano LA STAMPA di ieri 08/04/2021, l’Istat, ci dice che grazie alla “splendida” gestione della pandemia nel nostro Paese, il 45% delle aziende rischia di non riaprire mai piu’.

Sono dati a dir poco sconcertanti!

Di fatto, a causa delle condizioni critiche in cui versa l’economia del nostro Paese (già gravi, prima dell’inizio dell’era del Covid), si arriva alla conclusione che, se i titolari di queste Pmi non hanno provveduto a risparmiare ed investire correttamente il proprio denaro, faranno parte della marea di persone che potrebbero non essere mai in grado di percepire alcun genere di pensione!

Nel peggiore dei casi potrebbero essere costrette a lavorare fino alla morte, mentre “i più fortunati” potranno vivere all’ombra del “reddito di cittadinanza”, o sotto la protezione di qualche amico o parente.

E questa non è neanche la cosa peggiore: la cosa peggiore sarà non rendersi conto che i soldi fanno la differenza fra VIVERE DECENTEMENTE e MORIRE PIANO PIANO.

Provate a chiedervelo:

cosa fareste se all’improvviso, anche la vostra azienda dovesse far parte di quel 45% che non tornerà mai piu’ a fatturare, produrre utili e benessere nè per sè, nè per i propri cari nè per la società?

Chi mi conosce sa che da anni scrivo che la cosa piu’ brutta della nostra Costituzione è l’avvio dell’articolo 1: “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”.
Al di là del fatto che la scritta “IL LAVORO RENDE LIBERI” era riportata all’ingresso di Auschwitz…

Quando si leggono simili castronerie ci si rende conto del pericolo che abbiamo corso e per cui non possiamo fare altro che ringraziare ancora oggi i padri fondatori che hanno fatto l’impossibile per confinare all’opposizione i comunisti che avrebbero voluto oltre a svenderci al dittatore Tito, “farci lavorare” tutta la vita in cambio di un tozzo di pane come a Cuba o peggio nell’ex Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche!
La nostra Repubblica dunque, dal dopoguerra ad oggi ha avuto da una parte una maggioranza scudocrociata (democristiana) e dall’altra il piu’ grande partito comunista dell’occidente e, non per niente!
Il risultato? Rispetto a tutte le società piu’ avanzate della nostra, (quelle di stampo anglosassone), grazie a questa dicotomia, è ancora ben presente nella maggioranza delle famiglie italiane la mentalità povera che reputa il denaro come “LO STERCO DEL DIAVOLO”, quando in realtà non è altro che l’unico strumento questo sì veramente democratico creato dall’uomo, che, contrariamente a qualsiasi sistema governativo e/o dirigista consente di poter utilizzare un ascensore sociale” a chiunque ne entri in possesso.

Quando pero’ si affrontano questi temi, è interessante notare come ci si scontri immediatamente con i seguenti tipi di mentalità:

1) comunista = disprezzo il denaro
2) cattolica = non rispetto il denaro

con le rispettive varianti:

3) cattocomunista = non mi frega niente del denaro che ho nè di quanto ne ho da spendere
4) anticapitalista = devo necessariamente spendere al piu’ presto tutto il denaro che possiedo

Ovviamente nè l’associazione che presiedo, nè quanto scrivo in questo blog si rivolgono a nessuna delle 4 categorie di cui sopra, visto che tutte quelle persone, purtroppo per loro non riusciranno mai a capire i vantaggi che derivano dalla disponibilità economica derivante dal denaro.

Bellissima infine la confusione che regna sovrana fra tutte le categorie di persone di cui sopra (che peraltro sono indubbiamente la maggioranza assoluta nel nostro Paese), che reputano il capitalismo di stampo liberista un movimento destinato a far “PRODURRE, CONSUMARE E CREPARE” gli individui che lo adottano come modello di vita!

In effetti se andiamo a guardare il modello capitalista ai primi del 900 ed ottimamente rappresentato da Charlie Chaplin nel suo fantastico “Tempi Moderni” nel 1936 ed ancor oggi presente in diverse fabbriche della Cina, un fondo di verità ci potrebbe anche essere.
Ma all’interno della UE e soprattutto dell’Italia, quelle epoche le abbiamo vissute una vita fa e le lotte sindacali, nonchè i diritti riconosciuti dalle aziende ai lavoratori, hanno portato soprattutto in Italia e soprattutto grazie alla grande industria automobilistica ed all’indotto, la “classe operaia” ad un benessere a dir poco spaventoso rispetto a tutte le generazioni che l’hanno preceduta!
Non sarà per via del progresso? Non sarà per via del fatto che in una comunità ricca ci si dividono idee di prosperità e ricchezza, mentre in un modello antiquato, plurifallito e pulcioso ci si divide soltanto povertà e miseria?

Uno dei miei grandi mentori, Indro Montanelli, amava sostenere che “La sinistra ama talmente i poveri che ogni volta che va al governo li aumenta di numero”… Ancora oggi a distanza di oltre 40 anni da quando lessi per la prima volta quella frase, non riesco a dargli torto!

Sono tutte rose e fiori dunque nel modello capitalista in cui viviamo? Ovviamente no!
Il problema numero uno è che la globalizzazione ha portato le aziende ad un tale livello di competitività che la corsa per rimanere in piedi è sempre piu’ difficile e pertanto è necessario, anche per i grandi gruppi multinazionali, essere sempre in corsa per cercare di rimanere al passo con la concorrenza, concorrenza che nell’era in cui viviamo si fa sempre piu’ spietata.

Qualche tempo fa, qualcuno scrisse che sembrava di assistere ad una “RAT RACE” (AD UNA CORSA DEL TOPO). Avete presente il criceto che corre nella ruota sempre piu’ forte e piu’ corre e piu’ la ruota gira forte e piu’ lui è costretto a correre forte, fino a farsi venire un infarto?
Ecco… Guardatevi questo video e poi ditemi se vi ricorda qualche imprenditore, manager o professionista di vostra conoscenza!


A questo punto, se avete capito che genere di fine si rischia di fare se non si riesce a dire basta ed a scendere dalla ruota che gira sempre piu’ velocemente, è evidente che non avete ancora capito che stiamo vivendo l’unica occasione che ci è stata data di vivere e che il fine dell’uomo su questa terra, non dovrebbe essere il “produrre consumare e crepare”, ma bensì magari tentare di godersi la vita fino alla fine dei propri giorni!

Pertanto, come scendere dal mondo che gira per noi troppo velocemente, senza farsi del male, ma anzi al contrario migliorando il proprio stile di vita visto che, contrariamente agli anni ’70, “contro il logorio della vita moderna”, un Cynar non ci basta piu’?

La persona che ha dato la svolta alla mia vita, dopo la fine della mia carriera a causa della crisi dei subprime del 2008 fu un americano con un blog ancora oggi piuttosto seguito, tale Mr. Money Mustache: praticamente uno dei primi individui che ha dato il via al Movimento F.I.R.E.
“Financial Indipendence Early Retirement” che potrebbe essere tradotto in: VADO IN PENSIONE QUANDO VOGLIO GRAZIE ALL’INDIPENDENZA FINANZIARIA CHE MI COSTRUISCO.

All’interno del suo fantastico blog troverete una filosofia di vita che è riuscita a fare breccia fra diverse persone evolute, abitanti ormai in differenti zone del Mondo e, cominciata ad essere applicata da uno sparuto gruppo di giovani americani che si sono resi conto che è sufficiente rispettare una regola soltanto per andarsene in pensione per sempre in qualunque momento della nostra vita: LA REGOLA DEL 4%.

Cosa significa questa regola e qual è l’insegnamento piu’ grande che ne deriva? Che basta riuscire ad accantonare una cifra di 25 volte superiore alle proprie uscite annue (che vi ricordo derivano esclusivamente dalle nostre abitudini) ed investirla correttamente per poter andarsene in pensione tranquillamente ed in qualsiasi momento della nostra vita, senza dover attendere l’età pensionabile e tantomeno dover dipendere dall’assegno dell’INPS!

Non ci credete? Non vi nego che quando lo lessi la prima volta, neppure io ci feci troppo affidamento, visto che mi sembrava un po’ troppo bello per essere vero, ma CLICCANDO QUI troverete tutti i calcoli e le correttissime considerazioni che portano a questo risultato.

Se non avete voglia di leggervi decine di pagine in inglese, pazientate, perchè ovviamente ne parleremo ed approfondiremo il tutto con la dovuta calma nelle prossime puntate!

Nel frattempo sui mercati, i tori continuano le loro galoppate indisturbati e le aspettative d’inflazione sembrano scemare sempre piu’ viste le emissioni sempre piu’ lunghe e sempre piu’ distanti di scadenza del debito. Interessante notare come SuperMario Draghi alla luce del proprio curriculum vitae abbia potuto emettere al nostro Tesoro dei BTP 50ennali ad un tasso dell’1,7%.
Niente male per un Paese come il nostro che ha una valanga di debito pubblico e che fino a qualche tempo fa veniva considerato il vero rischio sistemico per la tenuta dell’Unione Europea!

Certo di avervi fornito qualche spunto su cui meditare, in attesa del prossimo numero, come al solito vi auguro oltre che buon weekend anche buone, anzi ottime riflessioni..

Carlo Zanghi
Presidente Ufficio Studi Assodir
800-587.912

Disclaimer
Questo articolo contiene solo informazioni generali. Nella misura in cui qualsiasi informazione contenuta in questo articolo sia un consiglio finanziario o di investimento, è un consiglio generale e rivolto ad un pubblico indistinto visto che non tiene conto della particolare situazione finanziaria, degli obiettivi o delle esigenze dei singoli investitori. Gli investitori dovrebbero valutare se la consulenza è appropriata alla luce delle loro particolari circostanze finanziarie prima di investire e, se necessario, richiedere una consulenza professionale. Tutte le opinioni espresse in questo blog sono espresse a nome dell’Ufficio Studi Assodir – Associazione A.D.I.R. per i lettori della nostra rubrica “ALGOBUSSOLA DELL’INVESTITORE”©

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *