Buongiorno e ben ritrovati.

Quella che segue non è altro che una pagina di storia vissuta “dall’interno” l’11 settembre 2001: un giorno qualunque, un banalissimo Martedì in cui la borsa americana che scendeva dal 2000, dallo scoppio della bolla delle “DOTCOM”, proprio in quel periodo sembrava aver trovato un punto di rimbalzo nel mese di Settembre e, le speranze degli investitori che cominciavano ad affacciarsi sul mercato, cominciavano a vedere i primi risultati dopo i proclami dell’era Bush figlio (peccato che dai massimi di Marzo 2000 il Nasdaq fosse già sceso di oltre il 72%)…

(Fonte dati Prorealtime©)

In quel periodo ero amministratore delegato di una startup, per la precisione della prima agenzia di stampa economico finanziaria nata sul web: l’agenzia stampa Finpress che era di proprietà della Financial Press SPA.

Ero appena tornato da una colazione di lavoro con il direttore generale di una delle banche che compravano il nostro servizio per girarlo ai loro clienti privati (dovete sapere che all’epoca avere le news da parte delle varie piattaforme satellitari, Il Sole 24 Ore Radiocor, MF Milano Finanza e Tenfore) era costosissimo e, non immaginate neppure i prezzi di Bloomberg e Reuters…
La nostra startup era nata qualche anno prima con l’obiettivo di creare un’agenzia di stampa economico finanziaria che, grazie al fatto che utilizzava internet per dare il servizio costasse enormemente meno dei colossi sopracitati.
Ed in effetti, uscendo per primi, per un certo periodo godemmo del vantaggio competitivo derivante… Peccato che durò veramente poco, visto che meno di 2 anni dopo la nostra comparsa, anche i leaders di mercato, si resero conto del vantaggio derivante e, si spostarono su internet anch’essi, abbassando i prezzi pressochè al nostro livello e costringendoci a “tornare tutti a fare quel che facevamo prima” di quella magnifica esperienza.
Poco male visto che eravamo tutti operatori provenienti dal settore finanziario che non avevano mai mollato di fare la loro attività primaria, ma di sicuro i nostri “sogni ad occhi aperti di gloria e di ricchezza” che avevamo avuto e ci avevano condotti a creare un’agenzia stampa economico-finanziaria veramente indipendente, ebbero vita breve. Peccato…

Proprio in onore del World Trade Center, la nostra startup venne fondata all’interno di quello che all’epoca era forse uno dei più bei centri uffici di Torino: quello che vedete nella foto sottostante:

Centro Nadim – Torino

Per la precisione la sede della nostra agenzia era nella prima vetrata blu che vedete qui sulla sinistra. Certo non era un grattacielo visto che a Torino all’epoca non ne esistevano ma, era comunque un bellissimo openspace di oltre 350 metri quadri posizionato di fronte agli stabilimenti Fiat di Mirafiori, che all’epoca erano “una potenza” e tutt’intorno, occupato principalmente da sedi italiane di multinazionali che ci davano l’idea di sentirci anche noi in una “filiale” del World Trade Center in grado di farci respirare l’atmosfera del fermento che solo chi ha avuto la fortuna di poter assaporare quegli anni all’interno della Grande Mela ha potuto cogliere appieno.

Bei tempi quando sia gli americani che gli europei facevano di tutto per illuderci della crescita continua e dei vantaggi che sarebbero derivati dalla globalizzazione conseguenti all’ingresso della Cina nel WTO…

Ma torniamo a noi e, dopo aver inquadrato il periodo storico, vediamo di inquadrare il contesto della giornata, di quel Martedì che, alle 14.45 P.M. ora italiana, corrispondenti alle 8.45 A.M. ora locale di New York City era un giorno feriale animato dagli ordinari spostamenti quotidiani nel traffico newyorkese e dal brusio di sottofondo che ne derivava.
Ricordo che in quel preciso istante all’interno della nostra redazione, che occupandosi principalmente di tradurre e riassumere le notizie provenienti dall’estero aveva il collegamento sia alle piattaforma di Bloomberg che a quella di Reuters, improvvisamente scese il gelo quando venne battuta in 2 righe la notizia di un attacco terroristico alla prima delle due torri del World Trade Center.

Non credendoci, visto che ci pareva impossibile (o forse non volevamo crederci), non la rilanciammo immediatamente visto che per sincerarci della veridicità del dato che ci era arrivato telefonammo alle rispettive redazioni di Bloomberg e di Reuters, ma purtroppo, come potete immaginare tutte le linee erano occupate e nonostante nessuna risposta ci accorgemmo che era tutto vero quando i futures sul Nasdaq e sull’S&P500 crollarono di
OLTRE 500 PUNTI IN MENO DI 3 MINUTI.

In quell’epoca, in cui internet era pressochè agli albori, gli utenti privati utilizzavano principalmente delle BBS (chi di voi se le ricorda?) poichè avevano delle connessioni tariffate a consumo mediante dei lentissimi modem a 56K.
Noi per avere una tariffa flat che ci consentisse di lavorare H24, fummo costretti a sottoscrivere con Telecom un contrattto per una CDN (antesignana dell’Adsl) da 1 megabit in upload e download che ci fecero pagare oltre 1 Milione di Lire al mese così da poter connettere tutti e 15 i pc della redazione.

Ma torniamo a noi… A quell’ora dicevamo ero appena tornato in ufficio e, dopo essermi congedato con l’ospite, mi sedetti alla mia scrivania quando all’improvviso una collaboratrice arrivò tutta trafelata con una faccia cerulea e diversi fogli in mano che lasciò improvvisamente cadere con le lacrime agli occhi dicendomi che era appena stata attaccata la prima torre.
Siccome in redazione eravamo dotati di connessione satellitare anche per la tv, girammo immediatamente il circuito televisivo su Bloomberg ed il nostro sguardo unito al silenzio rimase fisso sul monitor sul quale scorrevano le immagini della prima torre colpita.

Mi si fermò il fiato in gola e, qualche istante dopo avvenne il secondo schianto.

Un interessante aneddoto di quel giorno è che il circuito monitor in questione era collegato ai televisori che avevamo messo “in vetrina” e così, involontariamente, tutte le persone che in quel momento passarono davanti al nostro ufficio, videro in tempo reale ciò che stava accadendo e, nell’arco di qualche minuto si formò un gran capannello di persone.

Ricordo benissimo il silenzio ed il loro sguardo attonito e fisso verso i nostri schermi che, pur senza dargli modo di ascoltare, gli permettevano di vedere quelle terrificanti immagini che nessuno al Mondo fino in quel momento avrebbe mai lontanamente neppure immaginato di vedere.

Ma per quel che ci riguarda, il peggio doveva ancora accadere: dovete sapere infatti che in quell’epoca eravamo in contatto con diverse sale trading istituzionali in tutto il Mondo e, la prima cosa che facemmo fu una serie di telefonate agli amici per vedere che fossero tutti vivi dopo quel che era accaduto.
Purtroppo in diversi ci confermarono quello che non avevamo immaginato ma non ci osavamo di pensare ad alta voce: in diverse sale, parecchi operatori che rimasero “incastrati dalla parte sbagliata del mercato”, finendo in margine call, ci rimettettero non soltanto il posto di lavoro per aver azzerato in un attimo patrimoni importantissimi, ma in determinati casi anche LA VITA. Sì avete letto bene: molti traders in tutto il Mondo, quel giorno persero la vita per via di un infarto che giunse improvviso visto che essendo esposti a leva, avevano pressochè azzerato il conto di trading su cui stavano operando!

Da quel momento la memoria così nitida di quel giorno si confonde fra l’emotività, il timore e l’incredulità. Ricordo la netta sensazione della mancanza di elementi e consapevolezza per valutare a pieno le conseguenze di quanto stava accadendo; ricordo tuttavia altrettanto nitida la percezione dell’enormità di un evento che segnava un prima e un dopo.
Sembrava pressochè impossibile infatti che 19 miserabili terroristi appartenenti ad un’organizzazione semisconosciuta che si faceva chiamare AL-QAEDA fossero riusciti nell’intento di mettere in ginocchio la nazione più potente del Mondo dirottando ben quattro voli di linea per colpire quattro obiettivi ritenuti il cuore degli Stati Uniti. I due aerei di linea che furono lanciati sulle torri gemelle del World Trade Center, provocarono 2752 vittime.

Sul Pentagono, ulteriore obiettivo del gruppo terroristico, venne fatto schiantare un terzo volo di linea mentre il quarto diretto sulla casa Bianca cadde in un campo vicino a Shanksville; fu grazie all’intervento eroico dei passeggeri che si opposero ai terroristi cercando di recuperare il controllo del volo che il dirottamento diretto verso la Casa Bianca non provocò una strage ancora peggiore.

Il drammatico bilancio dell’attentato fu di circa 3000 vittime, fra cui 343 vigili del fuoco che morirono nel disperato tentativo di trarre in salvo le persone intrappolate nelle Twin Towers e negli edifici collassati del Pentagono.

Il collasso di entrambe le strutture e i gravissimi danni provocati agli edifici circostanti restano una ferita mai richiusa nel cuore di New York, tanto che al posto delle 2 bellissime torri sono state fatte due bruttissime fontane con le lapidi di tutti i nomi di coloro che persero la vita in quella maniera assurda, ad imperitura memoria.

Ogni 11 settembre da allora, l’America si ferma e con diverse manifestazioni e cerimonie piange i suoi morti. Da Ground Zero salgono verso il cielo due magnifici fasci luminosi in ricordo di un tempo che dall’11 settembre del 2001 non esiste più.

JERSEY CITY, NJ – SEPTEMBER 6: The annual Tribute in Light marking the 17th anniversary of the attack on the World Trade Center is tested in New York City on September 6, 2018 as seen from Jersey City, New Jersey. (Photo by Gary Hershorn/Getty Images)

Questo numero dell’Algobussola non voleva essere altro che il mio personale tributo alla differenza della visione del Mondo odierno fra il capitalismo e le altre “correnti di pensiero” di cui avevamo già accennato tre numeri fa.

Parafrasando ciò che Sir Winston Churchill soleva ripetere riguardo alla democrazia oserei dire che: “IL CAPITALISMO E’ LA PEGGIOR FORMA ECONOMICA, ECCEZION FATTA PER TUTTE QUELLE ALTRE FORME CHE IL MONDO HA SPERIMENTATO SINORA”.

La solita Algobussola riprenderà nella veste “tradizionale” dalla prossima settimana. Scusatemi se mi sono permesso di ricordare queste oltre 3000 persone morte senza un perchè e di cui oltre il 40% ad oggi è rimasto senza un nome. +++R.I.P.+++

Certo di avervi fornito qualche spunto su cui meditare, in attesa del prossimo numero, come al solito vi auguro oltre che buon weekend anche buone, anzi ottime riflessioni.

Carlo Zanghi
Presidente Ufficio Studi Assodir
800-587.912

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