Buongiorno e ben ritrovati.

Dal 1992 al 2018 Mediobanca è uscita annualmente con un report sul risparmio gestito in cui per oltre 25 anni ci ha indicato che i fondi comuni e le sicav distribuite dalle banche agli italiani erano strumenti totalmente inefficienti visto che avevano una redditività enormemente inferiore a quella dei Titoli di Stato ed uccidevano di commissioni i clienti.

Pressochè dai medesimi anni, il prof. Beppe Scienza, docente di Pianificazione Economica dell’Università di Torino non ha fatto altro che ripetere dalle pagine del suo blog che il Risparmio Gestito è un sistema come un altro per “grattare” commissioni ai clienti visto che conduce le sue analisi dal 1984 e, “Ogni cento milioni investiti, chi si è affidato al risparmio gestito ha ottenuto dal 25 al 40% in meno rispetto a chi ha fatto da sè mediante Titoli di Stato e, considerato che ciò che scrive spesso e volentieri finisce su pagine di qualche importante quotidiano, sembrerebbe pressochè impossibile che ancor oggi, la maggioranza degli italiani continui a comprare sempre più fondi eppure…

Le statistiche in quest’anno di pandemia ci dicono che ad esempio il mese di Aprile 2021 è stato il secondo mese migliore di sempre!

Ma d’altronde, come vi avevamo già segnalato nel precedente numero, nel filmato di Angelo Abbondio, se la stampa scrive ed il risparmiatore sprovveduto compra, la colpa non è sicuramente delle reti distributive… O no?

Gran bel sistema per “pulirsi l’anima” evitando che emerga sempre più uno degli enormi conflitti d’interesse che il risparmio gestito porta con sè:

Analizziamo insieme i tre principali…

1) I fondi di fondi della medesima casa
Warren Buffett (6° uomo più ricco sulla faccia della terra), da sempre ritiene che il sistema migliore per guadagnare sia accentrare e che la diversificazione è per chi non sappia ciò che sta facendo, i gestori di Sgr e Sicav “casualmente” la pensano al contrario… Infatti, i risultati sono quelli che sono.

2) Le gestioni patrimoniali in fondi
Un altro capolavoro dell’industria del risparmio gestito, mediante cui confondere ancor di più le acque: così almeno il cliente non saprà mai se il merito (o il demerito) dei risultati ottenuti dipendano dai gestori dei fondi o da quelli delle Gpf. In compenso anche in questo caso le commissioni lievitano…

3) Le polizze unit ed index linked mediante i fondi della casa

Stessso identico discorso relativo ai precedenti ma con in più un bel paravento assicurativo, che fa sì che il cliente si senta protetto dalla “Bancassurance” e, far sì che la società assicurativa del gruppo incassi con la mano sinistra ciò che viene prelevato dalla destra dai fondi della casa.

Sembra persin impossibile che non soltanto i clienti, ma neppure i consulenti che lavorano per queste reti distributive abbiano capito che attraverso l’uso degli ETF e/o degl ETC i costi per i clienti possono esser tagliati del 90%… Un mio carissimo collaboratore mi dice che “Probabilmente l’hanno capito benissimo anche loro e, dal momento che non vogliono vedersi ridurre le commissioni del 90%, proprio per questo continuano a “spingere” tutti i vecchi strumenti costosi ed inefficienti”.

Nel frattempo le fusioni, le aggregazioni e le scalate fra banche e compagnie assicurative si fanno ogni giorno sempre più spinte ed anche i competitors più grossi non fanno altro che perseguirne la strada visto che nell’era dei tassi a zero, la redditività per questi “MOLOCH” decresce sempre più e chi li guida sa benissimo che le commissioni sul risparmio gestito diventano una colonna portante nei business plan di tutte le banche commerciali visto che la differenza la fanno le masse gestite, che portano rendimenti costanti nel tempo, ed il numero dei clienti da guidare verso prodotti via via più redditizi…

Non ci credete? Beh, sappiate che le dichiarazioni ai media le fanno direttamente i loro uffici stampa!

Nel frattempo loro diventano sempre più grossi… E, nonostante tutte le belle parole ed i messaggi subliminali veicolati dalle pubblicità, il peso del cliente all’interno dell’istituto diventa sempre più piccolo…

La buona notizia è che dal 2019, la direttiva Mifid II, a livello europeo, obbliga le banche a comunicare ai clienti tutti i costi effettivamente pagati durante l’anno precedente.

Quindi ad esempio, nel 2019, vi hanno detto quanto avete pagato nel 2018, nel 2020 quanto avete pagato nel 2019 e nel 2021 quanto avrete pagato nel 2020 e, così facendo, dovrebbe essere possibile per tutti capire ed analizzare attentamente quanto si paga per la gestione dei propri investimenti e credetemi, se riuscite a capire cosa c’è scritto c’è da scoprirne delle belle… Peccato che “casualmente”, questo report non sia nè di facilissima lettura, nè facilmente rintracciabile visto che non fa molto piacere alle banche che i clienti facciano le pulci sui costi applicati ai loro investimenti.

Se il vostro promotore non ve l’avesse consegnato o se la vostra filiale dovesse rifiutarsi di spiegarvelo e desiderate un aiuto nel leggerlo e capire quanto state REALMENTE pagando, non avete che da contattarci al Numero Verde

o inviandoci una semplicissima mail… Sappiate che tra gli strumenti del risparmio gestito di cui vi ho parlato, ce ne sono in circolazione con costi fino al 4 ed anche al 5% ANNUO e che non sono riservati soltanto al collocamento negli sportelli bancari, ma anche all’interno delle filiali Bancoposta!

Certo di avervi fornito qualche spunto su cui meditare, in attesa del prossimo numero, come al solito vi auguro oltre che buon weekend anche buone, anzi ottime riflessioni.

Carlo Zanghi
Presidente Ufficio Studi Assodir
800-587.912

Disclaimer
Questo articolo contiene solo informazioni generali. Nella misura in cui qualsiasi informazione contenuta in questo articolo sia un consiglio finanziario o di investimento, è un consiglio generale e rivolto ad un pubblico indistinto visto che non tiene conto della particolare situazione finanziaria, degli obiettivi o delle esigenze dei singoli investitori. Gli investitori dovrebbero valutare se la consulenza è appropriata alla luce delle loro particolari circostanze finanziarie prima di investire e, se necessario, richiedere una consulenza professionale. Tutte le opinioni espresse in questo blog sono espresse a nome dell’Ufficio Studi Assodir – Associazione A.D.I.R. per i lettori della nostra rubrica “ALGOBUSSOLA DELL’INVESTITORE”©

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *