Buongiorno e ben ritrovati.

Questa puntata va in onda in ritardo poichè dedicata al tema più caldo della settimana: la tassazione delle grandi corporations di cui i membri del G7 molto “gattopardianamente” hanno discusso tutta la settimana affinchè “tutto cambi purchè nulla cambi”, anzi, visti i risultati conseguiti e comunicati nella serata odierna, molto facilmente cambierà in meglio…
Per le multinazionali però!

Per chi ci ha fatto caso, i megafoni dell’informazione mainstream hanno cominciato a bombardare nell’ultimo mese con dei bellissimi titoloni destinati a scandalizzare l’opinione pubblica sul fatto che Amazon nonostante 44 miliardi di giro d’affari (bada bene di fatturato, non di profitti o utili che dir si voglia) non abbia pagato tasse in Europa…

E guarda a caso, quando un giornale italiano riporta un titolone scandalistico fotocopiato da un giornale estero, i fatti riportati non corrispondono alla verità, visto che se anzichè cercare di scandalizzare i propri lettori con titoloni ad effetto che sembrano appositamente destinati al popolino, se si facessero indagini piu’ approfondite si scoprirebbero ben altre verità!

Poi si è passati alle multinazionali che avendo la sede in un paradiso fiscale non versano le tasse sugli utili nei Paesi in cui conseguono il reddito.

Con l’esempio di Microsoft:

In questo caso c’è un fondo di verità ma non si riesce a capire perchè se un’azienda americana ha una sussidiaria europea ad esempio in Irlanda o in Lussemburgo, dovrebbe pagare le tasse sul reddito ad esempio in Italia o in Germania.

I politici rispondono: “Perchè il fatturato lo fa in quei Paesi dell’Unione Europea”, vero! Ma è altrettanto vero che ogni Stato dell’Unione ha stabilito le proprie aliquote fiscali anche in funzione della propria capacità di attrarre le aziende “on site” e che la tassazione dei rispettivi Stati è decisa da ognuno di essi!
Quindi, è ovvio che se io multinazionale posso scegliere dove investire i miei soldi e stabilire la mia sede, non sto commettendo nessun illecito, tantopiù se le regole sono state condivise dagli Stati membri dell’Unione Europea.
Parlandoci chiaro e fuori dai denti, fossi al posto degli euroburocrati di Bruxelles ci andrei molto piano con l’accusare una multinazionale di non pagare tasse sul suolo in cui è ospitata, non soltanto perchè non corrisponde assolutamente al vero visto che pagano tutte le imposte locali ma anche perchè nel caso decidesse di “traslocare” delocalizzando la forza lavoro in un Paese limitrofo, il Paese abbandonato si ritroverebbe improvvisamente con un gettito fiscale ancora piu’ basso visto che mancherebbero anche tutte le tassazioni e le imposizioni relative a tutti i redditi ed i patrimoni dei dipendenti assunti in quel luogo!

Quindi la montagna ha partorito il topolino?

Per ora sì, visto che tutte le megacorporations hanno esultato di fronte alla tassazione al 15% proposta da Biden!
Perchè?
Ma semplicemente perchè non essendo legale applicare una doppia tassazione, la proposta Biden porterebbe sì un bel po’ di tasse in più negli Stati Uniti (dove quasi tutte queste megacorporations sono nate e/o hanno sede) ma, non pagherebbero più alcun genere d’imposta locale nel Paese che le ospita (e questo ad esempio per l’Italia significherebbe un’ulteriore “mazzata”) visto che ad esempio Amazon come peraltro moltissime multinazionali americane sono abituate a reinvestire tutto ciò che dovrebbe finire negli utili nell’apertura di nuovi punti vendita e pertanto è piu’che evidente che anzichè aprire ulteriori punti distributivi in un Paese come il nostro che ha una delle tassazioni più elevate d’Europa oltre alla disoccupazione giovanile più elevata d’Europa, potrebbe ad esempio decidere di aggredire mercati decisamente meno “esosi” dal punto di vista fiscale che improvvisamente diventerebbero più convenienti e quindi redditizi.

Chi ci guadagnerebbe? Chi ci rimetterebbe?

A parere di chi vi sta scrivendo questo articolo, la boutade del presidente Biden è quanto di più populistico sia mai stato tirato fuori in America negli ultimi 30 anni: niente più che una promessa di una mancetta ai propri elettori.

Se si volesse realmente risolvere il problema anzichè andare a cercare di estorcere denaro alle multinazionali che dispongono dei migliori studi di fiscalisti, avvocati d’affari e commercialisti al Mondo in grado di fronteggiare tutte le “Agenzie delle Entrate” di tutti i Paesi possibili ed immaginabili, ci sarebbe un sistema infinitamente più semplice:
stabilire un’IVA identica in tutti i Paesi al Mondo ed a fronte di una riduzione delle imposte dirette ai privati si potrebbe pensare ad un aumento di quelle indirette sul principio che chi più consuma e quindi inquina, più paga… Ma guarda a caso nessun Governo ne ha mai voluto sentir parlare e tantomeno ne vuol sentire parlare per paura di perdere ulteriori quote di consumi!

E quindi? Quindi oserei dire che per ancora un bel po’ di annni, (per non dire decenni), le multinazionali possono dormire sonni decisamente sereni!

E per noi persone fisiche, investitori e risparmiatori che ogni giorno vediamo accrescere la pressione fiscale e che, esattamente come le PMI ci ritroviamo a “far da banca” al fantastico sistema che è stato messo in piedi, invece?

Beh…

L’unica soluzione che ancora per un bel po’ di tempo avremo, molto probabilmente sarà quella di continuare a comprare le azioni di queste F.A.A.N.G. (Facebook, Amazon, Apple, Netflix, Alphabet… Anche se più che FAANG sarebbe meglio dire FAANGM comprendendo Microsoft) che continueranno a fare affari d’oro visto che nessun politicante al Mondo con simili “proposte fiscali” riuscirà a mettergli i bastoni fra le ruote, poichè a giudicare dalle reazioni, tutto il nostro Ufficio Studi è pronto a scommettere che i loro stakeholders guadagneranno ancora di più di quanto già guadagnato sinora!

Certo di avervi fornito qualche spunto su cui meditare, in attesa del prossimo numero, come al solito vi auguro oltre che buon weekend anche buone, anzi ottime riflessioni.

Carlo Zanghi
Presidente Ufficio Studi Assodir
800-587.912

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